L'acronimo BSD (Berkley Software Distribution) indica una delle varianti originarie di Unix, sviluppata presso l'università di Berkeley in California e alla base di una delle due famiglie principali di sistemi operativi liberi attualmente più diffusi, tra cui gli esponenti più noti sono OpenBSD, FreeBSD e NetBSD. L'acronimo viene usato anche per indicare la licenza BSD, una licenza libera non copyleft molto semplice sotto la quale è rilasciata la maggior parte delle componenti dei sistemi citati.
OpenBSD: è un sistema operativo basato sulla variante BSD di Unix, considerato particolarmente interessante per la sua sicurezza e per possedere un sistema di crittografia integrato. Nato intorno al Giugno 1996 ad opera di Theo de Raadt, già tra i primi sviluppatori di NetBSD e poi allontanatosi dal gruppo di lavoro dopo dissidi interni al team. Lo slogan di OpenBSD era, fino al 2002, "nessun buco di sicurezza in quasi 6 anni". Poi a causa di un exploit scoperto in Open SSH, ovvero nel sistema di crittografia integrata su cui si basa OpenBSD, lo slogan è stato cambiato nell'attuale "un singolo buco di sicurezza remoto con l'installazione di default in oltre 7 anni". Al di là delle critiche che in molti hanno rivolto a quest'affermazione, sostenendo il fatto che l'installazione di default rende attive ben poche funzioni e quindi è maggiormente sicura anche per questo motivo, OpenBSD rimane una delle scelte più utilizzate nella realizzazione di sistemi di elevata sicurezza, come firewall e sistemi di controllo delle intrusioni.
FreeBSD: è il sistema operativo libero derivato da BSD UNIX e disponibile per piattaforma Intel 32, AMD64, DEC Alpha, IA-64, PC-98 e UltraSPARC. Il progetto FreeBSD ha origine all'inizio del 1993 come evoluzione dell'"Unofficial 386BSD Patchkit" ad opera di Nate William, Rod Grimes e Jordan Hubbard. La prima distribuzione su CD-ROM fu FreeBSD 1.0 (il nome si deve a David Greenman) e apparve nel Dicembre 1993. Nella primavera del 1994, tuttavia, alcuni sviluppi di una lunga controversia legale tra l'università di Berkeley e la Novell ebbero effetti anche sul sistema operativo FreeBSD. Parte del codice su cui si basava, infatti, era derivato dal sistema 4.3BSD-Lite, conosciuto anche come "Net/2". Questo codice, originalmente prodotto da AT&T, era poi stato acquistato da Novell, che ne rivendicava la proprietà nei confronti dell'università di Berkeley. In realtà le due parti in causa raggiunsero un accordo perché gran parte del codice che BSD aveva preso dall UNIX di AT&T, era stato ampiamente modificato, se non completamente riscritto. FreeBSD doveva comunque eliminare le porzioni di codice prese dal sistema proprietario. La sfida era particolarmente impegnativa: buona parte del codice andava riscritta. Tuttavia già nel Novembre dello stesso anno vedeva la luce FreeBSD 2.0, versione ancora piuttosto instabile ma libera dai vincoli di proprietà sul codice. Si susseguirono poi altre versioni intermedie di miglioramento fino ad arrivare alla 3.0 (Ottobre 1998), alla 4.0 (Marzo 2000) e alla serie 5 (2003). Sistema operativo utilizzato soprattutto in ambito server, FreeBSD consente l'hosting di numerosi siti Web sulla stessa macchina, anche centinaia di migliaia. Questo è dovuto alla stabilità e scalabilità della parte di networking di FreeBSD.